Dove ci sta portando l'esternalizzazione selvaggia?

WhatsApp-Image-20160519L’amministrazione di Virginio Merola continua nel suo percorso di esternalizzazione selvaggia dei servizi assegnati al massimo ribasso, con la matematica conseguenza di ottenere una qualità carente, lo sfruttamento dei lavoratori e una endemica carenza di personale che è sempre più precarizzato.

Problemi che affliggono ormai, grazie all’amministrazione di Merola, tutti i servizi: dalle mense ai servizi educativi; dalla scuola ai servizi sociali.

Ieri c’è stato l’ennesimo sciopero dei lavoratori dei servizi. Questa volta a incrociare le braccia i lavoratori del centro pasti Erbosa che producono i pasti per la refezione scolastica. Al centro pasti lavorano i dipendenti di Gemeaz Elior, azienda che con Camst ha dato vita al cartello Ribò. Come hanno fatto lunedì scorso i lavoratori della mensa universitaria, gestita sempre da Gemeaz, i lavoratori di Erbosa denunciano i comportamenti di un’azienda sempre più allo sbando.

Ho sentito i lavoratori del centro pasti per focalizzare insieme le difficoltà più gravi della loro situazione. Il problema alla base, come sempre in questi 5 anni di amministrazione del Pd e di Merola, è l'esternalizzazione del servizio che è passato totalmente ad un privato. In questo passaggio da Seribo a Ribo, quattro persone con contratto a tempo determinato non sono state confermate, non sono state sostituite le lavoratrici in maternità e i lavoratori in aspettativa e, in più, è aumentata la merce da trattare e quindi il lavoro, nonostante la riduzione del personale.

C'è un 30% di personale ridotto: 26 persone (di cui 6 in ufficio) che devono preparare 4.000 pasti giorno. Si lavora perennemente sempre sotto organico, rendendo assai complicato lo svolgimento di tutte le procedure di controllo nella preparazione del pasto. Ai lavoratori vengono erogate buste paga sbagliate e senza le ferie che, miracolosamente, scompaiono. In più, in questo passaggio al privato, alcuni lavoratori che prima erano in stacco ma riuscivano a ottenere un pagamento nel periodo di chiusura estiva, adesso invece, dal 6 di giugno non percepiranno lo stipendio.

Come se non bastasse ieri a Molinella i genitori della Commissione mensa hanno dovuto chiamare i Nas perché la mensa per i bambini era piena di polvere e ragnatele, le posate sporche e parte del cibo marcio.

Il servizio mensa in tutta Bologna è vergognoso e rischioso per la salute dei cittadini, in particolare dei bambini. La logica dell'esternalizzazione da sempre seguita da Merola e dalla sua amministrazione non paga ed è profondamente sbagliata sia per i lavoratori che per i cittadini che ricevono un servizio scadente. Questa faccenda è emblematica dell'incapacità dell'ammministrazione di cogliere il reale significato di scuola come bene comune e della scarsa cura di una delle questioni più importanti per la comunità. Noi dobbiamo mettere fine a questa logica e tornare a mettere al centro di ogni nostra attività politica una domanda molto semplice: chi saremo tra 5 anni? Saremo la Bologna che viene ammirata in tutto il mondo come prima città italiana ad avere gli asili pubblici, o saremo una città qualsiasi, la cui unica preoccupazione è far quadrare i ricchi bilanci delle aziende private di servizi?

People mover opera inutile e costosa

11 maggio, Bologna

Ieri sono stato all'assemblea del Comitato "No People Mover". E' da cinque anni che, grazie al nostro lavoro, la cittadinanza viene informata su quella che definisco la "piccola TAV bolognese". Il People Mover non è solo un'opera inutile e costosa, è emblema del modo in cui il Partito Democratico ha governato la città: sperpero del denaro pubblico, devastazione ambientale e malaffare. Attualmente ci sono otto persone indagate per turbativa d'asta e abuso di ufficio. Il sindaco Virginio Merola, nonostante non ci fosse la copertura finanziaria, nonostante le denunce della Corte dei Conti che ha rilevato 15 milioni di euro di danno erariale, nonostante il processo in corso, ha deciso di inaugurare i cantieri per non far pagare al Comune la penale alla CCC. Ha deciso di farlo anche se basterebbe un niente per ultimare il Servizio ferroviario metropolitano e nonostante ci siano già dei binari pronti della ferrovia metropolitana a pochi metri dall’aeroporto.

Il comitato #NoPeopleMover si è costituito parte civile al processo e continuerà a portare avanti questa battaglia legale, ma ritengo anche che sia necessario far sapere a chi governa e a chi governerà che i bolognesi non vogliono sperperare il denaro pubblico, non vogliono devastare l'ambiente, non vogliono il People Mover. Abbiamo presentato documentazione alla Procura di Bologna che evidenzia i lati oscuri e la poca trasparenza della gestione della faccenda People Mover da parte dell'amministrazione bolognese, ma i cantieri non sono ancora stati bloccati. Non lasceremo intentata nessuna strada.

Il futuro della mobilità.
La metropolitana a Bologna c'è già e si chiama Servizio Ferroviario Metropolitano. 80 stazioni (quelle incompiute tutte nel comune di Bologna). C'è un'alternativa al traffico e allo sperpero di denaro pubblico, ma il PD in questi anni si è concentrato su altro. Hanno preferito, infatti, investire risorse e energie nella costruzione del People Mover invece di finire di costruire la fermata aeroporto, che si collegherebbe meglio, più velocemente e con meno soldi alla stazione centrale. Noi siamo per il Servizio Ferroviario Metropolitano. 

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Sgombero dello stabile via Irnerio: un errore

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4 maggio 2016, Bologna
 

Ieri la città di Bologna ha assistito a uno spettacolo vergognoso e alla fine di qualsiasi illusione sul fatto che l’amministrazione di Bologna sia di sinistra.

I 60 occupanti dello stabile sgomberato di via Irnerio, di fronte all’indifferenza della Giunta di Merola e all’assenza per ben tre anni di occupazione di soluzioni alla loro emergenza abitativa, hanno dovuto affidarsi, per avere una possibilità, alla Chiesa. In una chiesa, quella di via Mascarella, si sono rifugiati i bisognosi senza casa, aiutati da Asia e Usb. Non si sono certo rifugiati a Palazzo D’Accursio che dovrebbe essere la casa di tutti i bolognesi ma dove invece, di recente, si è stati capaci additittura di sbarrare la strada alle maestre comunali in protesta.

La trattativa per un accordo tra le istanze delle persone senza una casa e quelle dell’amministrazione comunale non si è tenuta a Palazzo D’Accursio ma presso la Curia vescovile, dopo che gli occupanti hanno chiesto non di vedere il sindaco ma il vescovo Matteo Zuppi, l’unico che si è dimostrato sensibile al loro dramma.

Un’amministrazione che per trattare con i suoi cittadini disagiati e risolvere l’emergenza abitativa deve andare in Curia come ospite, è un’amministrazione che ha fallito ed è venuta meno a qualsisasi valore di sinistra riguardante il diritto alla casa e a un’esistenza dignitosa.

La Giunta di Merola ieri ha mandato avanti, come al solito, l’assessore Amelia Frascaroli. L’assessore alle Politiche abitative, Riccardo Malagoli, come sempre non pervenuto, come tutti gli esponenti del Pd, che ieri hanno brillato per la loro assenza. Del resto in questi 5 anni, per risolvere l’emergenza abitativa, niente è stato fatto e si continua ad assistere a feroci sgomberi, come quello di ieri, guarda caso sotto elezioni. In questi 5 anni il Comune ha utilizzato le occupazioni per accogliere persone senza casa, oggi ipocritamente le disconosce.

Strutture pubbliche come le ex caserme e le aree dismesse, anziché essere utilizzate per sopperire alla carenza di edilizia residenziale e fornire un aiuto a chi è senza casa, vengono messe a bando per valorizzazioni private. Gli stabili inutilizzati restano inutilizzati. In più, in 5 anni, l’amministrazione di Merola non è riuscita neanche a fare un censimento degli immobili.

Le persone che sono state sgomberate da via Irnerio sono state sistemate “temporaneamente”. Viglileremo su quale sarà la loro destinazione finale e se, spenti i riflettori, davvero la loro emergenza abitativa sarà risolta.

Una città viva è una città sicura

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26 aprile 2016, Bologna
La bellissima manifestazione di ieri al Pratello, per festeggiare il 25 aprile, ha dimostrato per l’ennesima volta l’assurdità dell’ordinanza anti-alcol che fa parte di vecchie regole che rendono difficile esercitare l’attività ai gestori e a chi ha la responsabilità dei controlli e penalizzano chi vuole vivere la città.
L’evento di ieri al Pratello ha rappresentato, invece, un’opportunità enorme per il mondo associativo che si muove e opera a Bologna, per farsi conoscere e per mettere in campo attività che servono alla città.
L’enorme numero di persone di tutte le età che hanno affollato il Pratello fino a tarda sera, inoltre, ha dimostrato quanto la città può essere viva e popolata in piena sicurezza, perché i luoghi sono sicuri quando sono vissuti, non deserti.
Ha dimostrato che gli abitanti di Bologna, quando gliene si dà la possibilità, hanno voglia di scendere in strada e di riunirsi. Hanno voglia di festeggiare e occupare gli spazi comuni, spezzando la cappa di tristezza e il coprifuoco imposto da ordinanze che ostacolano i benefici che l’attività delle associazioni e la partecipazione cittadina possono portare alla città di Bologna.

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